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giovedì 4 aprile 2013

Mmm...che buon profumino



(da naturalmente.it)

 Per assicurare la sopravvivenza della specie subito dopo la nascita,
 Madre Natura rafforza notevolmente il senso dell'olfatto, che permette al
 neonato di trovare "a naso" il seno della mamma, e quindi di aver
 garantito il nutrimento.

 Olfatto e gusto non sono del tutto separabili l''uno dall''altro, ed
 infatti per molti aspetti si sovrappongono. Esiste un gioco molto
 semplice da provare, che permette di toccare con mano come il gusto senza
 l'olfatto non funzioni molto bene; si benda una persona (per evitare che
 VEDA il cibo), le viene tappato il naso (per evitare che ANNUSI il cibo)
 e le viene proposto del cibo simile per consistenza ma diverso per gusto,
 tagliato a pezzettini. Con nostra sorpresa vedremo che la patata viene
 confusa con la mela, la cipolla con la pera e il seitan con la carne.
 C'è anche un altro esperimento che vi consiglio di provare, e che
 consiste nell'offrire ad una persona bendata una tazza di acqua calda, ma
 con l'avvertenza di inondare preventivamente la casa di caffè appena
 preparato: sicuramente l'ignaro ospite sarà convinto di degustare del
 caffè!

 Entrambi, gusto ed olfatto, sono sensi chimici, e rispondono cioè ad
 agenti chimici naturali o artificiali. Inoltre entrambi sono preposti
 alla protezione del tratto gastrointestinale dall'ingestione di sostanze
 indigeribile od anche nocive all'organismo.

 Essendo a conoscenza di questo fatto, si è fatta strada nella mente di
 chi prepara il cibo destinato alla vendita che, anche se rimane
 importante avere un prodotto con un bel colorito per invogliare
 all'acquisto, è necessario prima di tutto attirare il potenziale cliente
 davanti al proprio negozio (o bancarella) con l'aiuto dell'odore!

 Via libera quindi a odorini di fritto, di zucchero caramellato, di
 arrosto, di lievito che scatenano dentro di noi languorini ed acquoline
 in bocca, ma talvolta anche ricordi, emozioni, viaggi nel passato, perché
 l'olfatto può fare anche questo.

 Ma la magia di questo senso viene meno quando il produttore, con la scusa
 che il cliente DEVE rimanere fedele, inizia ad abusare di tale meccanismo
 aggiungendo sostanze che "mantengono fragrante" il prodotto da forno come
 appena cucinato (anche se la data di scadenza mi avvisa che potrei
 mangiarlo entro 2 mesi), oppure con profumi di sintesi che rendono
 appetibile qualunque scatoletta come fosse appena stata preparata dalla
 mamma, od ancora con trucchetti banali come l'abuso del lievito di birra
 che dà l'impressione di aver acquistato dei grissini (o del pane) dal
 fornaio sotto casa invece che dal supermercato, dove era stato depositato
 da "x" giorni in un asettico sacchetto di plastica.

 Ma forse, quel ch'è peggio, è il sistema di aggiungere degli odori di
 sintesi dopo aver annullato l'odore acre o sconveniente di un alimento,
 come ad esempio nel caso della margarina. A quel livello noi, come
 consumatori, non siamo più in grado di analizzare attraverso il nostro
 naso se un alimento è tale oppure se ci troviamo di fronte ad una "presa
 in giro" del nostro olfatto.

 E dato che, giorno dopo giorno, costruiamo e sostituiamo i vari "pezzi"
 del nostro corpo con proteine, carboidrati, vitamine e minerali, come per
 l'automobile i ricambi devono essere originali o perlomeno autorizzati,
 altrimenti sono guai.
 Quindi, nel nostro piccolo, possiamo cercare di alimentarci con cibi più
 genuini, con alimenti poco lavorati meglio se biologici o perlomeno non
 pre-confezionati, visto che comunque, mal che vada, non possiamo andare
 in una concessionaria a comperare un corpo nuovo.

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