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giovedì 4 aprile 2013

La percezione di se


Arrivare ad una visione olistica della realtà, richiede necessariamente la percezione globale di se stessi. Partiamo da questo punto fondamentale: le persone non hanno la percezione di se. Se, come sappiamo, l'essere umano è fatto di tante parti, e se queste parti corrispondono ad una psiche, se non c'è unità significa che noi siamo frammentati con un Io formato da tante sub-personalità molto spesso in conflitto tra loro. 
Se provate a chiudere gli occhi e cercate di percepire il vostro corpo nella sua totalità, questo vi risulterà probabilmente impossibile. Se vi va bene riuscirete a percepirne il 20-30%. Riuscirete a sentire perfettamente la vostra mano destra, il vostro piede sinistro, la vostra schiena, ecc, ma sentire "l'unità" del vostro corpo vi sembrerà una cosa inattuabile. 
Il punto di partenza è questo: il corpo! Ma cos'è che ci ha condotto a questo stato di disintegrazione del nostro corpo? Immaginiamo lo stato psicofisico di una persona che ha somatizzato una chiusura del cuore già da bambino: i genitori non avevano presenza, non avevano coscienza o non potevano trasmetterla. Quello che si chiude in quel bambino è il senso dell'esistere come totalità. Questo significa che si chiude il cuore, le energie sono basse, ristagnano nella pancia, perché non salgono al cuore, le energie alte non scendono. Ecco comparire i grandi blocchi: il blocco della gola tra la testa e il cuore, il blocco del diaframma tra il cuore e l'addome, il blocco del bacino, tra l'addome e i genitali. il blocco del mentale tra le energie della testa e l'apertura verso l'alto. 
I blocchi classici sono : piedi e ginocchia, che si riferiscono alla assenza di messa a terra; le spalle per l'incapacità di reggere il peso, gomiti, polsi e mani perchè l'energia del cuore non può fluire in maniera naturale verso la periferia.

A livello psichico questi blocchi somatici provocano una frammentazione parallela. Quindi la frammentazione dell'identità è il nostro stato acquisito a livello culturale nel nostro tempo. E' imperativo quindi, ai fini della consapevolezza globale, attraverso un lavoro fisico, psicologico, emozionale, energetico, far ritornare a fluire, a liberare le emozioni e i pensieri che bloccano le varie zone del corpo ritornando ad uno stato di presenza fisica integra. 
La psiche, quindi, si troverà alla fine, ad essere il processo di inclusione di tutte le energie, un centro -come diceva Gurdjieff- di gravità permanente. Da questo stato si passerà poi a ricercare poi una centralità dell'essere ancora più forte attraverso processi meditativi, portando tale energia ad un livello di fusione, di unità che tutte le Scuole del passato e del presente continuano a ricordarci.


Pubblicato da Michele Granieri 
http://ilricordodise.blogspot.com/

Michele Granieri: Laureato in Psicologia Biologica
 Ricercatore spirituale e counselor olistico 
Direttore Scuola di Autoconoscenza "progetto Atman" di Trieste. 
Esperto di formazione e sviluppo delle risorse umane 

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